Comprendere il ruolo dei lactobacilli è il passo che separa un buon panificatore da un vero artigiano. Lo so perché c’è un episodio, agli inizi del mio percorso professionale, che ha cambiato per sempre il mio approccio alla materia vivente. In quel periodo ero particolarmente concentrata sulla tecnica, sulla ricerca di una perfezione quasi matematica nell’alveolatura e nello sviluppo in forno. Un giorno, dopo innumerevoli tentativi, ottenni quello che sulla carta era il pane perfetto. Impeccabile. Eppure, all’assaggio, provai una profonda delusione. Era un pane senza anima.
In quel momento non vidi un prodotto da forno, ma un ecosistema in sofferenza. Avevo costruito un’impalcatura magnifica, ma avevo trascurato la vita brulicante che avrebbe dovuto abitarla e conferirle un terroir. Quella lezione fondamentale, imparata attraverso un fallimento “amatoriale”, è diventata il pilastro del mio lavoro e della mia filosofia.
Ed è per questo che oggi mettiamo sotto la lente non un semplice ingrediente, ma i custodi invisibili di quell’anima: i lactobacilli.

Una visione al microscopio dei Lactobacillus, i batteri lattici (LAB) protagonisti della fermentazione nel nostro impasto.
Carta d’Identità: I Lactobacilli (LAB)
- Chi sono: Con l’acronimo LAB (Lactic Acid Bacteria) identifichiamo una vasta famiglia di batteri. Sono microrganismi procarioti, una forma di vita molto più antica e semplice rispetto ai lieviti (come i Saccaromiceti), che sono eucarioti. Nel nostro lievito madre, vivono in una simbiosi complessa e meravigliosa proprio con i lieviti.
- Cosa fanno: La loro funzione primaria è la fermentazione lattica. Si nutrono degli zuccheri presenti nella farina e, a differenza dei lieviti il cui prodotto principale è l’alcol e l’anidride carbonica, i lactobacilli producono principalmente acido lattico e acido acetico. Sono questi due acidi i pilastri del sapore di un pane a lievitazione naturale.
Il Ruolo dei Lactobacilli nell’Ecosistema dell’Impasto
Se, come abbiamo visto, il nostro impasto è un micro-ecosistema, i diversi microrganismi svolgono ruoli complementari, come in natura. Comprendere il ruolo dei lactobacilli è fondamentale per ogni panificatore.
1. Il Ruolo dei Lactobacilli nel Definire il Sapore
L’acido lattico conferisce note aromatiche dolci, rotonde, che ricordano lo yogurt e la panna. L’acido acetico, invece, è più volatile e pungente, ricordando l’aceto. La capacità dell’artigiano-custode sta nel saper pilotare le condizioni (temperatura e idratazione) per favorire un acido rispetto all’altro, definendo così l’identità aromatica e il caratteristico sapore del pane.
2. Migliorano la Struttura dell’Impasto
L’acidificazione controllata dell’impasto ha un effetto positivo sulla maglia glutinica, rinforzandola e aumentandone l’estensibilità. Un impasto correttamente acidificato è più tenace e performante. Questo è un aspetto cruciale nella panificazione con pasta madre.
3. Proteggono l’Ecosistema (Conservabilità)
L’ambiente acido creato dai lactobacilli è un potentissimo conservante naturale. Inibisce la crescita di muffe e batteri patogeni, tra cui il temuto Bacillus subtilis responsabile del pane “filante”. Questo garantisce al prodotto finale una vita più lunga (shelf-life) in modo del tutto naturale, evitando un problema comune come il lievito madre acido che porta a un deterioramento precoce.
Luci e Ombre nel Ruolo dei Lactobacilli: La Sfida dell’Equilibrio del Custode
Come ogni elemento potente in natura, il lavoro dei lactobacilli è una questione di delicato equilibrio.
LUCI ☀️: Un’attività lattica ben gestita porta a un prodotto con un profilo aromatico complesso e unico, una maggiore digeribilità grazie alla pre-digestione degli amidi, e una conservabilità superiore. È la firma dell’artigiano.
OMBRE 🌑: Qui risiede la frustrazione del custode. Uno squilibrio nell’ecosistema, spesso causato da temperature di gestione errate o tempi di fermentazione lattica eccessivamente lunghi, porta a una sovrapproduzione di acidi. Un’acidità troppo elevata non solo produce un sapore aspro e sgradevole, ma inizia a degradare la maglia glutinica. L’azione proteolitica degli enzimi, accelerata dall’eccesso di acido, trasforma un impasto forte ed elastico in una massa collosa e ingestibile. È il momento in cui il nostro ecosistema smette di prosperare e inizia a collassare.
Il Consiglio della Biologa Pasticcere: Sviluppare la Sensibilità
Il più grande errore che possiamo fare è trattare il nostro lievito madre come un ingrediente da ricetta. Non lo è. È un ecosistema vivo che dobbiamo imparare ad ascoltare.
Il mio consiglio è questo: sviluppate la vostra sensibilità di “ecologo”. Non fidatevi ciecamente del timer o dell’aumento di volume (che è principalmente opera dei saccaromiceti). Usate tutti i vostri sensi per leggere lo stato di salute del vostro terroir.
- Annusatelo: Le note sono dolci e lattiche o virano verso un aceto pungente e aggressivo?
- Osservatelo: È vivace e cupoliforme o appare grigio e “stanco”?
- Toccatelo (se siete in fase di impasto): È forte, setoso ed elastico o sta diventando appiccicoso e privo di nervo?
Imparare a interpretare questi segnali è più importante di qualsiasi ricetta. Significa passare dall’essere semplici esecutori a diventare veri custodi del gusto e della vita.
Con Passione e Rigore,
Katia Oldani, Biologist Pastry Chef
Clicca qui e Visita il Mio Canale YouTube
Per qualsiasi informazione o contatto CLICCA QUI